Amo camminare.
Lo amerei ancor di più se
avessi scarpe comode per farlo, certo, ma adoro camminare.
Abito in una zona che una
volta poteva essere chiamata “campagna aperta”.
Oggi è una campagna
“chiusa” dalle case e da edifici anonimi mai vissuti che
avrebbero dovuto regalare quelle otto/nove ore lavorative
portatrici di benessere e serenità. Calzifici ipotetici,
calzaturifici in eterno divenire. Quanto vorrei adesso delle scarpe
comode. Adesso che vi passo in mezzo, adesso che vi infilzo con la
mia camminata rauca. Adesso.
Io amo l'archeologia
industriale, ma questi sono fossili di animali nati morti o non-nati
addirittura; quindi mi precipito alle loro spalle, alle spalle dei capannoni, in direzione di una
campagna ghiaccia e trascurata con un granturco mai colto. È il terzo
anno che nemmeno passa la mietitrebbia. Un granturco ipotetico
anch'esso.
Passo io però. Seppure nelle mie scarpe scomode.
Allora ansimo e sputo aria
calda fuori dai polmoni in direzione di paesi stritolati da strade
(che una volta erano campi) e villette a schiera senza rifiniture (che una volta erano
alberi).
(Vi prego, smettete di
pensare a quel ragazzo della Via Gluck).
Ma riesco ancora ad
annusare nell'aria quel senso di confine fra mezze-tranquillità
contadine e mezzi-umori proletari. Quando ero piccolo tutto era così:
a metà strada. Era tutto sempre attraversato da qualcosa che lo
separava in due. lo rendeva doppio.
Penso a quel vecchio film
dove il campanile rintoccava dagli altoparlanti al suono di “bandiera rossa”.
Ricordate? Era la chiesa di Don Valdemaro no? Che ridere. E quanti
erano i Don Valdemaro qui.
Osservo il campanile che mi si para davanti e mi
aspetto un saettante e festaiolo “tu scendi dalle stelle” o
“bianco natale”. (Ci starebbe), da parte di quei vecchi altoparlanti in disuso.
Poi alle undici in punto
scocca l'ora e questa mezza-festa, questa quasi-malinconia, risuona
delle note battute di “Schiarazula Marazula”...che escono da campane elettroniche e temporizzate.
E non vuoi piangere?
Tutto era attraversato da
qualcosa. Ma, a volte, tutto torna uno.
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