sabato 28 dicembre 2013

Schiarazula Marazula.

Amo camminare.
Lo amerei ancor di più se avessi scarpe comode per farlo, certo, ma adoro camminare.
Abito in una zona che una volta poteva essere chiamata “campagna aperta”.
Oggi è una campagna “chiusa” dalle case e da edifici anonimi mai vissuti che avrebbero dovuto regalare quelle otto/nove ore lavorative portatrici di benessere e serenità. Calzifici ipotetici, calzaturifici in eterno divenire. Quanto vorrei adesso delle scarpe comode. Adesso che vi passo in mezzo, adesso che vi infilzo con la mia camminata rauca. Adesso.
Io amo l'archeologia industriale, ma questi sono fossili di animali nati morti o non-nati addirittura; quindi mi precipito alle loro spalle, alle spalle dei capannoni, in direzione di una campagna ghiaccia e trascurata con un granturco mai colto. È il terzo anno che nemmeno passa la mietitrebbia. Un granturco ipotetico anch'esso.
Passo io però. Seppure nelle mie scarpe scomode.
Allora ansimo e sputo aria calda fuori dai polmoni in direzione di paesi stritolati da strade (che una volta erano campi) e villette a schiera senza rifiniture (che una volta erano alberi).
(Vi prego, smettete di pensare a quel ragazzo della Via Gluck).
Ma riesco ancora ad annusare nell'aria quel senso di confine fra mezze-tranquillità contadine e mezzi-umori proletari. Quando ero piccolo tutto era così: a metà strada. Era tutto sempre attraversato da qualcosa che lo separava in due. lo rendeva doppio.
Penso a quel vecchio film dove il campanile rintoccava dagli altoparlanti al suono di “bandiera rossa”. Ricordate? Era la chiesa di Don Valdemaro no? Che ridere. E quanti erano i Don Valdemaro qui.
Osservo il campanile che mi si para davanti e mi aspetto un saettante e festaiolo “tu scendi dalle stelle” o “bianco natale”. (Ci starebbe), da parte di quei vecchi altoparlanti in disuso.
Poi alle undici in punto scocca l'ora e questa mezza-festa, questa quasi-malinconia, risuona delle note battute di “Schiarazula Marazula”...che escono da campane elettroniche e temporizzate.
E non vuoi piangere?


Tutto era attraversato da qualcosa. Ma, a volte, tutto torna uno.






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