domenica 29 dicembre 2013

I Rossi Pe' Forza (breve descrizione)

Ed era bello, di bellezza non capita....come una notte del primo dopoguerra "...recitava così "Occhi di Velluto", una canzone che scrissi per i Rossi pe' Forza nel secolo scorso e che parlava forse proprio di loro. Cantava della loro vaghezza, della loro guittezza (come direbbe un avvocato Piemontese), della loro inconsapevolezza e delle notti più esaltanti che io abbia mai vissuto. Caso volle che non venisse mai musicata... peccato. 
Non sarebbe stata affatto un testamento...anzi, nella mia testa avrebbe dovuto rappresentare un punto e a capo. 
Abbiamo macinato chilometri e note con i Rossi , come e quanto un gruppo serio; raramente ci siamo presi sul serio. 
Ricordo ogni gongolìo dei nostri passi di allora. Belli i miei vent'anni, cantati, ballati, litigati e poi baciati sempre, prima di andare a dormire... come si fa per la buonanotte. I Rossi pe' Forza sapevano senz' altro creare o cogliere la "situazione" ed in anni nei quali i soliti quattro accordi in croce facevano il funerale alla musica cosiddetta Giullaresco-Popolare, seppero riconsegnare a questa morte una "gocciolina di splendore". No....niente virtuosismi...per carità... né preziosi ghirigori. D' altro canto però , anche un Indiano che balla sotto al cerchio della luna, lo fa senza badare troppo alla tecnica, tra-sudando solo passione e voglia di ingraziarsi il cielo stesso. 
I Rossi sono stati e sono come Fuoco, Terra ed Acqua. Aria no! E questo forse è stato un problema. Fuoco perché in loro bruciava la passione, la poesia, la rabbia, la gioventù. Terra perché le loro storie affondavano nell' elemento come tenere radici, bramose di intricarsi con altre storie e crescere. Acqua.....si anche Acqua , e sembrerà strano conoscendo i tipi. Ma non è forse lei che passa sotto i ponti ? non è lei che piove a catinelle rincorrendo le strade per Balconevisi?.....ed infine non è lei che si getta sul fuoco perché questo non ci bruci o che si inietta nelle proprie radici quale nutrimento rigenerante? 
Aria no... si diceva. L'aria ci è mancata. Siamo sempre rimasti in apnea. 

Senz' aria non campi, è vero, ma chi se ne frega. Io ai Rossi ci penso ancora , almeno una volta al giorno ed è come pensare al più bel cappotto che ho indossato o alle scarpe più calde nelle quali ho camminato. Non li penso mai con tristezza...io odio la tristezza, non mi serve. Mi serve semmai un po' di malinconia. Quello che sto per scrivere non piacerà o troverà certamente           l' opposizione della maggior parte degli altri componenti del gruppo ma a quarant' anni mi sento ormai così pulito da potermi confessare, pensa te : Io sono , irrimediabilmente e desolatamente un anarchico individualista...che oggi suona un po' come il non essere pettinato alla moda. Non credo molto nel collettivo, anzi a tratti mi terrorizza. Riesco a legare a me stesso non più di tre o quattro persone per volta. Forse prima non era così o se lo era , per amore , non l' ho mai confessato. Oggi penso che i Rossi , avrebbero dovuto meglio approfondire crucci, amarezze e psicosi (che la musica, per altro, accentua) intimamente...vale a dire, ognun per sé. Sarebbe stato come urlare: "ognun per sé e Rossi per tutti"....suona come una liberazione. Invece il volerci considerare una entità grande quanto otto persone ci ha paradossalmente indebolito, non ci ha permesso di scavare percorsi nuovi che ci riconducessero a casa, di ritorno dalle seleniche montagne dei nostri mille suoni. Credo che i nostri otto microcosmi abbiano cozzato...lasciandoci l'affetto gli uni per gli altri (intoccabile) ma togliendoci il respiro. 
Scusate Compagni...non me ne vogliate. Un anarchico francese scrisse : "la Rivoluzione, prima di tutto, è MIA". Andate oltre, vi prego, all'apparente presunzione o spocchia che impregna ciò che scrivo. Sono una pasta di ragazzo in realtà. 

Ogni tanto in silenzio, quando il lato più sconnesso di me guarda la televisione o pisola , mi trovo a borbottare: "Io sono del gruppo...sempre stato..." ed in fondo il gruppo lo indosso ogni giorno, anche oggi, almeno quanto indosso i miei pantaloni. Adesso sono in tintoria ...devo solo trovare il tempo di andarli a prendere. 

Che carta matta i ricordi. Valla a giocare se sei bono!









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