Non
era mai successo, almeno credo
ma
nel bosco, vicino al lago
gli
alberi, ti giuro, amavan tutti
una
canna sottile e senza frutti.
Così
con le foglie come fogli,
così
con l'inchiostro dei germogli
scrissero
tutti lettere d'amore
e
dolcissime per la canna sottile:
“Guarda
la nostra chioma, guardala
e
prendi i nostri frutti, prendili tutti.
Guarda
la nostra chioma, guardala
cogli
i nostri frutti, coglili tutti”.
Ma
la canna sottile amava il vento
lanciarsi
sopra lo sguardo triste
di
quel signore che non conosce loggia.
Amava
il vento, che porta la pioggia.
Così
il bosco la ripudiò severo
e
lei disse “questo mi va bene,
restate
voi dove il verde alloggia,
io
amo il vento che porta la pioggia.
“Lui
non ha la chioma, lui non ha stendardi
è
buono per chi fiuta, rifiuta.
Guarda
la nostra chioma, guardala
guarda
questi frutti, prendili tutti”.
Il
bosco, offeso, sentenziò la morte
per
la canna “occhi di rugiada”,
chiamò
il picchio suo dal becco forte
e
via sul cuore quattro, cinque volte.
Da
allora lei divenne un flauto
e
le ferite degli amanti cantano
suonando
con le dita del vento;
Ed ora, bimbo mio, dormi contento...
Ed ora, bimbo mio, dormi contento...
(Da una vecchia favola Kurda, ritessuta per le note)...