mercoledì 7 gennaio 2015

La canna e il vento...



Non era mai successo, almeno credo
ma nel bosco, vicino al lago
gli alberi, ti giuro, amavan tutti
una canna sottile e senza frutti.

Così con le foglie come fogli,
così con l'inchiostro dei germogli
scrissero tutti lettere d'amore
e dolcissime per la canna sottile:

Guarda la nostra chioma, guardala
e prendi i nostri frutti, prendili tutti.
Guarda la nostra chioma, guardala
cogli i nostri frutti, coglili tutti”.

Ma la canna sottile amava il vento
lanciarsi sopra lo sguardo triste
di quel signore che non conosce loggia.
Amava il vento, che porta la pioggia.

Così il bosco la ripudiò severo
e lei disse “questo mi va bene,
restate voi dove il verde alloggia,
io amo il vento che porta la pioggia.

Lui non ha la chioma, lui non ha stendardi
è buono per chi fiuta, rifiuta.
Guarda la nostra chioma, guardala
guarda questi frutti, prendili tutti”.

Il bosco, offeso, sentenziò la morte
per la canna “occhi di rugiada”,
chiamò il picchio suo dal becco forte
e via sul cuore quattro, cinque volte.

Da allora lei divenne un flauto
e le ferite degli amanti cantano
suonando con le dita del vento;
Ed ora, bimbo mio, dormi contento...




(Da una vecchia favola Kurda, ritessuta per le note)...