Ci
sono giudizi che non siamo in grado di emettere. Troppe
“intra-strutture”.
Troppe
tracce ci portiamo addosso, troppa ossidazione sulla voce. Ruggine.
Chiamiamoli
pure paraocchi, paracuori, paracadute o mura direttamente.
Altri
giudizi, seppure non richiesti né importanti, ci escono invece dalla
bocca o dal cuore con grande leggerezza, quasi con naturalezza. Una
naturale leggerezza.
Forse
solo perché quello che andiamo a giudicare è realmente contrario a
quella stessa natura che ci governa; avverso a quell'indole che
siamo noi stessi.
Insomma:
non ho mai saputo pensare male di un Bob Dylan, ad esempio, che
vendeva la propria immagine e la propria storia per pubblicizzare un
SUV della Chevrolet.
"Brutta
cosa" -mi dissi allora- “ma in fondo è anche bella questa
macchinona che inquina come la Solvay e consuma quanto un ubriaco
sotto al sole accompagnato solo da bottiglie di vino".
Anche
se ho esternato spesso, altro esempio, il male che pensavo nei
confronti del PD.....nel cuore non lo disprezzavo davvero; o non del
tutto. Mio nonno e mio padre, (forse anche io), in fondo erano stati
piccole radici di un albero, di un susìno (o un salice piangente),
che era cambiato fino a mutare le proprie foglie ed i propri frutti
in altro.
Provavo
un rispetto, un affetto, però, nei confronti di quel seme che aveva
dato origine all'albero che, in quel momento, mi si stagliava grigio
davanti.
“E
poi” - mi dicevo - “in fondo su quella bandiera
tri-colorata......la D è rossa...”.
Ho
sempre sputato invettive cosmiche in direzione del liceo classico che
avevo frequentato (bocciandoci pure oltretutto), altro esempio
ancora.
Ma
nel profondo ho sempre ringraziato il fatto di poter vivere di
rendita letteraria grazie alle imposizioni didattiche alle quali egli
mi aveva obbligato. Ho durato molta più fatica a parlare male di
quella scuola che non a leggere l'Ulisse di Joyce.
“Vabbè,
Leopardi è gobbo, triste e sempliciotto.....” -pensavo-”
ma........è un essere umano..........e si è anche impegnato
oh....”.
Ce
l'ho sempre avuta a morte con la Juventus, ecco l'esempio calcistico
che non poteva mancare, ma il bianco-nero non era e non è mai stata
la mia croce: amavo segretamente Paolo Rossi e Michel Platini.
Lo
confesso.
“Certo,
si, ruba un po'.....ma dé, siamo in Italia...ed io che sono
Interista, e che ho vinto giusto la coppa del nonno, meglio se sto
zitto”...(riflettevo).
Ho
attaccato invece, senza ragioni plausibili né coerenti, poeti che
ritenevo poetucoli, scrittori che ritenevo inutili, cantanti che
ritenevo ignorabili..solo perché, nel fondo del fondo, una parte di
me li invidiava; o invidiava la loro fortuna “immeritata”......che
forse così immeritata non era. Chissà.
Voglio
dire: Ci sono dei giudizi che assolutamente provengono dal mio DNA e
niente, nessun torto o nessuna ragione potrebbe mai pormi in
atteggiamento critico d'innanzi al loro cospetto. Sono dogmi che mi
trafiggono il sangue.
Altri
giudizi, nell'arco della vita, li ho espressi assolutamente in
maniera gratuita. Non facendoli precedere da un ragionamento né da
un istinto riflessivo.
E'
così dura cambiare.
Quando
ti accorgi che non puoi farlo, una parte di te piange forte perché
“da te questo proprio non te l'aspettavi”.
Ma
quell'altra parte, l'altra parte di
te...........................sghignazza.
E..”vincerò
io”..............................sussurra.
“Sono
nata per quello”... canticchia...